C’ERA UNA VOLTA
Un passo dietro l’altro il cuore batteva sempre più forte e il fiato si faceva sempre più corto: ero stanco e dopo aver camminato tanto decisi di riposarmi. Le foglie secche e il vento freddo componevano una sinfonia perfetta mentre camminavo lungo i giardini di Kensington.
«Nonno, Nonno dai racconta!» disse Sofia.
Annuì e continuai guardando gli occhi curiosi
della mia nipotina.
Da lontano notai una bambina nell’orto mentre parlava con una zucca. Incuriosito allora mi avvicinai lentamente, quando all’improvviso sentì la zucca narrare una storia, la sua storia e ora te la racconto così come l’ascoltai quel giorno.
« Il mio nome è Zuccotto. Ogni anno prendo vita nella notte di Halloween. Un tempo ero il re ai grandi banchetti delle streghe venerato e addobbato con eleganza. Grandi balli intorno al falò. Quanta nostalgia!
Abitavo con una ragazza, Agata, che conosceva bene le erbe e le usava per curare le persone con arte e maestria. Passava le giornate a scrivere e a fare passeggiate nei boschi. Mi parlava e io le rispondevo ammirato dalla sua bravura. Un giorno tutto cambiò. Agata fu catturata e accusata di stregoneria. Non la vidi più. Senza la sua protezione, una maledizione mi perseguita da allora: ogni Halloween mi risveglio e poi mi pietrifico. Se risolvi questo enigma entri i rintocchi della mezzanotte della notte di Halloween, sono libero! Ascolta bene le mie parole. Ho bei denti e unghiette con orecchie a punta. Se non nero hai paura. Lunghi baffi adornano il mio viso e se chiudo gli occhi ti faccio un sorriso. Se entro stanotte il mio nome indovinerai, un nuovo amico troverai »
Il nonno continuò il suo racconto. Tuttavia il finale non fu quello sperato, perché non sapeva che cosa fosse davvero successo a Zuccotto. Quella sera, infatti, si alzò un vento fortissimo che offuscava la vista e il nonno si allontanò spaventato. Il giorno dopo rivide quella stessa bambina nei giardini di Kensington mentre passeggiava con un gatto che chiamava amorevolmente Zuccotto. Allora si avvicinò e le chiese dove aveva trovato quel gatto. Ridendo gli rispose che lui aveva trovato lei quella notte. Iniziò un racconto assurdo su una zucca che le aveva parlato e le aveva raccontato una storia incredibile. Risolto un enigma, quella stessa zucca si era trasformata e aveva preso la forma di un gatto. Il suo nome era Zuccotto. La bambina si scusò dicendo che poteva sembrare una follia, ma era solo la verità.
Zuccotto e il mistero di Underwood
LO SCIVOLO
Passeggiando nei giardini di Kensington accanto alla statua di Peter Pan, Zuccotto portava dolcemente una zampa dietro l’altra accanto alla sua padroncina. Il cielo brillava di azzurro punteggiato da nuvole bianche qua e là. Un rumore sinistro attirò la sua attenzione verso il tronco di un albero maestoso, ma girandosi non notò nulla. Di nuovo e ora più forte. Il buio lo avvolse scivolando dentro un tunnel che sembrava non finire mai. Finalmente atterrò su qualcosa di morbido che sembrava essere un cuscino ricamato a mano con fili d’oro e d’argento. Intorno a lui piccole sedie, un lungo tavolo di quercia e un’insolita casetta in legno.
Dov’era finito?